da Seneca
2020
Di e con Valentina Banci
Traduzione Paolo Magelli
Musiche Arturo Annecchino
Prod Fondazione Teatro Due
in collaborazione con Collettivo
Ferro26
MedeAssolo ci racconta in forma di concerto lo s- concert(o) di una donna invasa dalle voci di dentro, in cerca di una pace che è ormai impossibile da raggiungere, tormentata com’ è dai fantasmi del passato.
Tutto è già accaduto, il più terribile degli atti commesso, ogni cosa perduta. Medea in questo soliloquio per voce e batteria che si intreccia con le musiche originali del maestro Arturo Annecchino, è una donna oltre il dolore, alla quale ho cercato di restituire quella umanissima disperazione che l’atto orribile dell’assassinio dei propri figli ci impedisce di considerare. E benché sia impossibile da perdonare, dando voce alle sue lacrime, ho sentito con chiarezza che ogni essere umano lasciato solo, lontano dalla sua cultura, esule in terra straniera, ripudiato, odiato e al quale sono strappati brutalmente i sogni più grandi, può perdersi e finire in un buio tale da non credere più neppure nell’amore più grande, quello di madre. Perché Medea è anche e soprattutto la tragedia dell’abbandono, dell’esclusione e dell’esilio. Ed è in questo senso che troviamo questo mito sempre pronto a parlarci profondamente e a ricordarci che in fondo, come ci dice Jaques Lacan, “Medea siamo noi”.
Valentina Banci